Risparmiare sulle spesa con i G.A.S.

Un modo per risparmiare sulla spesa è il ricorso ai G.A.S. ovvero Gruppi di Acquisto Solidale. Sono un insieme di consumatori che amano la qualità dei prodotti senza però condividere l’aumento indiscriminato dei prezzi. In sostanza sono come detto sono dei gruppi di consumatori che acquistano grandi quantità di un determinati prodotto da un fornitore, risparmiando parecchi soldi, e poi si dividono il prodotto stesso.

Nel panorama dei G.A.S. si trovano associazioni riconosciute o cooperative del settore che trovano in questa forma un modo intelligente per acquistare quei prodotti che servono ai soci. Il 5 novembre 2007 la Commissione di Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla legge finanziaria relativo agli aspetti fiscali dei G.A.S., che chiarisce il fatto che si tratta di attività di acquisto e distribuzione agli aderenti svolta dai GAS costituisce attività “non commerciale”.

E’ partita la campagna “Aggiungi un pollo a tavola” per il rilancio delle carni bianche

Sono un gran estimatore del pollo quindi volevo segnalarvi l’iniziativa “Aggiungi un pollo a tavola. Prenditi il gusto di scegliere sano“. La campagna biennale d’informazione e promozione delle carni di pollame (pollo, tacchino e faraona) ideata dall’Unione nazionale dell’avicoltura è finanziata un pò dall’Unione europea un pò dallo stato italiano.

L’obiettivo della campagna è quello di informare in modo esaustivo ed esauriente il consumatore sui sistemi produttivi, sulle norme di commercializzazione e sui sistemi di tracciabilità delle carni di pollame. Oltre che d’informare sulla qualità nutrizionale di questo tipo di carne, valorizzare le caratteristiche organolettiche delle carni avicole in funzione delle diverse modalità e occasioni di consumo. Tutto questo per aumentare la fiducia del consumatore verso la qualità e la sicurezza delle carni di pollame europee.

Prezzi dei farmaci dopo le liberalizzazioni, cosa è cambiato?

Interessante indagine del CODICI che ha controllato il prezzo di 30 farmaci da banco di largo consumo in sei città italiane. L’indagine è stata effettuata nel periodo che va dal giugno 2007 al dicembre, ovviamente dello stesso anno, prendendo come riferimento farmacie, parafarmacie, ipermercati e centri della salute, verificando la differenza di prezzo tra il prezzo di listino e quello applicato.

Con le liberalizzazioni sicuramente qualcosa è cambiato, e il consumatore che vuole risparmiare si deve per forza di cose rivolgere ai grandi ipermercati con prezzi vantaggiosi che tuttavia sono ancora poco assortiti. Ma ecco l’indagine divisa per città:

Trovare casa? Meglio cercarla online

In Italia il mattone che è stato sempre ottima fonte d’investimento sta pian piano perdendo valore come mercato, invece sono in crescita i siti che offrono delle soluzioni abitative sia per chi è interessato all’acquisto sia per chi desidera solo affittare. Questi portali sono molto comodi perché permettono di confrontare due tipologie di soluzione, nel primo caso possono essere gestiti dalle stesse società immobiliari o essere create da società terze, che permettono anche ai privati di pubblicare il proprio annuncio.

«Questo genere di siti – dice Marco Prosdocimi, responsabile dei servizi informativi di Tecnocasa, al Sole 24 ORE – rappresenta una grande comodità per la clientela, in quanto offre all’utente la possibilità di farsi un’idea dell’andamento del mercato nella zona che interessa stando comodamente seduto alla propria scrivania. Ma non si sostituisce al momento, indispensabile, nel quale bisogna andare a vedere la casa di persona. Noi abbiamo potuto notare che circa l’8% delle persone che poi si recano nelle nostre agenzie arrivano dopo aver consultato il nostro portale o siti gestiti da altri operatori».

Pane: l’indagine sui prezzi

L’osservatorio CODICI ha effettuato, tra giugno e novembre 2007, un monitoraggio sulla variazione del prezzo del pane, da città a città. Quelle prese in esame sono Milano, Pescara, Roma, Napoli, Bari e Catanzaro. Grazie al pacchetto delle liberalizzazioni, il settore della panificazione, ha goduto di alcuni provvedimenti, volti a garantire maggiore concorrenza sui prezzi e più qualità sul pane.

La rilevazione è stata condotta tra panifici e supermercati, prendendo in considerazione diversi tipi di pane:

  • Casereccio
  • Di grano duro
  • Integrale
  • Sciap
  • Criola
  • Rosetta o michetta
  • All’olio
  • Speciali
  • Arabo

Aumenti per la festa delle donne

Qualche giorno fa avevamo parlato delle varie iniziative gratuite dedicate alla donna in occasione della festa della donna del 8 marzo. Oggi invece una nota negativa, cioè rincari, fino al 20 per cento per il prezzo di un ramoscello di mimosa.

“Il carovita non risparmia neanche l’8 marzo – dice Carlo Pileri, presidente dell’Adoc – un ramoscello di mimosa costa in media 1 euro in più rispetto all’anno scorso, un composizione può essere acquistata anche alla cifra di 25 euro. Chi vorrà festeggiare andando a cena deve essere pronto a spendere almeno 30 euro, a persona, per il menu, quasi il 15 per cento in più del 2007. Se la cena è accompagnata da uno spettacolo, il conto sale in media di 15 euro, raggiungendo anche quota 50 euro”.

Gli aumenti di Pasqua, occhio alle uova

La Pasqua è alle porte, e come al solito i prodotti che vengono consumati tipicamente in questo periodo subiscono notevoli aumenti. Inanzitutto consiglio di vedere sempre l’etichetta controllando:

  • la data di scadenza
  • gli ingredienti
  • valori nutrizionali
  • le soprese dentro l’uovo di pasqua devono avere il marcio CE

Latte: intesa con i produttori per il contenimento del prezzo

Se il mese scorso vi avevo indicato come risparmiare sul latte saltando tutta la distribuzione, oggi ho una bella notizia per tutti i consumatori. Infatti Mercoledì c’è stato un incontro tra Mister prezzi, Antonio Lirosi, col le associazioni d’industriali e commercianti. A conclusione Mister Prezzi ha detto:”Il contesto internazionale continua ad essere preoccupante – ha detto Lirosi – ma, per quanto riguarda l’Italia, abbiamo ottenuto oggi la disponibilità delle associazioni a sensibilizzare i propri associati al fine di contenere i prezzi al consumo”.

Il Garante ha quindi sottolineato che, in base alle rilevazioni, il prezzo al consumo del latte attualmente in Italia oscilla tra 1-1,10 euro e 1,60-1,70 euro. “L’esistenza di questa diversità è un bene – ha sottolineato il Garante – perché dimostra che il mercato è concorrenziale”. Lirosi ha comunque annunciato una verifica dei prezzi per il prossimo aprile. Buone le reazioni da parte delle associazioni dei consumatori, che ora si attendono un calo del prezzo, Federconsumatori ha inoltre monitorato il costo di un litro di latte fresco nelle diverse città italiane.

Aumenti ingiustificati? Per la UE è colpa della distribuzione

Non è colpa dei produttori alimentari se i prezzi aumentano, ma della distribuzione e della tortuosa catena dell’intermediazione commerciale, l’anello finale prima che il consumatore acquisti. L’allarme viene lanciato quasi incidentalmente dalla Commissione europea. Il portavoce della commissaria europea all’agricoltura Fischer Boel ha detto chiaro e tondo che «si constatano rialzi di prezzi significativi nei supermercati europei, ma si constata anche che per il pane i cereali non rappresentano che il 5% del prezzo totale».

Risultato: certi aumenti di prezzo «non sono giustificati». Vi voglio ricordare che la commissione non ha alcun pottere sui prezzi finali e non fornisce consigli in merito ad eventuali blocchi dei listini, però talvolta si pronuncia a favore della cautela negli interventi. Ad esempio nel caso dei cereali, l’intervento è alla fonte: per raffreddare la scalata al rialzo dei prezzi sul piano globale, è stato tolto l’obbligo di mettere a riposo i terreni per aumentare la produzione del 10% rispetto al 2007, sospeso temporaneamente i diritti doganali sulle importazioni e proposto di aumentare del 2% le quote latte dal primo aprile per aumentare l’offerta.

Agevolazioni per i commercianti che acquistano un antifurto

Buone notizie per i commercianti che si accingono ad acquistare un impianto d’allarme o che stanno ponderando l’acquisto, sono previste agevolazioni fiscali. Questo è quanto emerge dai decreti del ministero dell’Economia, il tutto per favorire l’adozione volte a prevenire il rischio di furti, rapine ed altri atti illeciti.

Le due agevolazioni sono dirette ai tabaccai e alle piccole imprese commerciali che svolgono attività di vendita al dettaglio e all’ingrosso nonché di somministrazione di alimenti e bevande. E’ possibile avere il credito d’imposta per le spese effettuate nel triennio 2008 – 2010, per la prima installazione, nel luogo di esercizio dell’attività, di impianti e attrezzature di sicurezza, comprese quelle sostenute per l’adozione di sistemi di pagamento con moneta elettronica.

Come leggere l’etichetta energetica

La spesa per l’elettricità e per il riscaldamento assume un peso sempre più importante e rilevante nei bilanci familliari, come sappiamo gli apparecchi più affamati d’energia e che contribuiscono maggiormente alla produzione di Anidride carbonica sono scaldabagno, frigorifero, lavatrice e lavastoviglie.

Per combattere ed abbattere i consumi di questi elettrodomestici l’Unione Europea ha reso obbligatoria l’etichetta energetica che contiene tutte le informazioni utili per una scelta attenta, in questa il produttore deve indicare alcuni dati relativi al consumo energetico e alle principali caratteristiche dell’apparecchio. Infatti il prezzo d’acquisto di un elettrodomestico di fascia basse è inferiore di molto al prezzo che poi ci troveremo a pagare per l’energia elettrica necessaria a farlo funzionare.

L’Istat: spesa più cara del 4,8%

Inesorabile arriva la conferma dell’Istat, per i prodotti ad altra frequenza d’acquisto cioè alimentari, sigarette, carburanti, giornali, spese al bar, etc. l’inflazione è arrivata al 4.8% rispetto al 2,9% dell’inflazione «complessiva». Tutti questi prodotti che come spiega l’Istat hanno «registrato sistematicamente dal 2002, con l’ingresso dell’euro, aumenti superiori, a volte molto superiori, al tasso medio». Gennaio, poi, segna un record, con un +4,8% che è il valore più alto degli ultimi 11 anni.

In dettaglio, in testa alla classifica troviamo il pane (+12,3% rispetto a dodici mesi prima), la pasta (+10%), latticini (+6,7%). E i rialzi sono superiori alla media anche per il caffè e il cappuccino (+3,7% le consumazioni al bar), per le pizzerie (+3,6%), per le sigarette (+4,1% l’indice dei tabacchi). Ovviamente a questi dati c’è stata la reazione delle varie associazioni dei consumatori che hanno addirittura definito il dato dell’Istat sottostimato.

BidPlaza, non è tutto oro quel che luccica

Sta facendo parecchio scalpore BidPlaza dove è possibile aggiudicarsi premi per pochi centesimi di euro. BidPlaza mette all’asta di tutto dalle case alle auto di lusso passando per i telefoni ed i prodotti tecnologici in genere. Si aggiudica l’asta chi fa l’offerta più bassa, basta che sia l’unica. Ma ci sono cose che non tornano, l’utente sta facendo un asta? O si sta tentando la fortuna?

Una volta registrati bisogna inviare del denaro nel nostro conto virtuale, da quel momento in poi è possibile partecipare alle aste e si effettuano “puntate” al costo di 2 euro l’una,immediata saprete se l’offerta da voi fatta è quella vincente (cioè la cifra più bassa e non offerta da nessun altro). Inoltre si può solo supporre che sia BidPlaza stessa il venditore al dettaglio è quindi per legge impossibilitato a fare aste online.

Aumento della carne, ma solo per i consumatori

Interessante inchiesta apparsa sul giornale la Provincia pavese che ha analizzato il mercato della carne, riscontrando un aumento finale solo per il consumatore. Ma andiamo ad analizzare meglio l’inchiesta. Come detto il prezzo della carne al banco aumenta, aumentano anche i costi di materie prime come mais e grano. Quello che non aumenta è il prezzo degli animali vivi, cioè il compenso degli allevatori, che anzi è diminuito del 3%.

E’ da un anno che ci pagano meno – spiegano gli allevatori- Invece la carne al dettaglio costa di più. Non comprendiamo questa discrepanza, non c’è motivo perché ciò avvenga. Allora viene da pensare che sia speculazione

Quello che rimarchiamo è soprattutto l’aumento dei costi di produzione – sottolinea Antonio Strada, titolare della tenuta Scaldasole nel pavese – Per fare un esempio, il granoturco nel 2006 costava circa 12-13 euro al quintale, ora il prezzo è salito a 24-25 euro. In pratica è quasi raddoppiato. Il grano non è da meno. Quindi nel nostro bilancio i costi di produzione, mi riferisco ai mangimi, hanno un’incidenza diversa. Se poi ci mettiamo anche il costo del gasolio, che pure è aumentato, la situazione peggiora