Mutui: In Italia quelli più cari

di Redazione 1

I mutui costano molto caro alle famiglie italiane, che sono le più esposte in Europa al rischio tassi d’interesse. Questo quanto emerge dalla Relazione Annuale della Banca d’Italia che sottolinea come, sebbene la qualità del credito bancario resti elevata, si riscontrino comunque più ritardi nel pagare le rate dei mutui a tasso variabile rispetto a quelli a tasso fisso. Negli ultimi due anni, si legge, il peso dei nuovi prestiti a tasso variabile sul totale dei nuovi finanziamenti alle famiglie per acquisto di case è diminuito di 37 punti percentuali, convergendo al valore medio dell’area euro.

“Tuttavia – avverte Bankitalia – l’elevata quota di finanziamenti a tasso variabile erogata negli anni passati fa sì che l’esposizione delle famiglie italiane ai rischi derivanti dalle variazioni dei tassi di mercato rimanga più alta rispetto alla media europea”. Inoltre lo scorso anno il tasso di interesse sulle nuove erogazioni di mutui a tasso variabile è cresciuto fino ad arrivare al 5,5 per cento, In Italia, si legge ancora, il costo dei mutui, sia a tasso variabile, sia fisso, è maggiore che nel resto dell’area euro, anche se per quelli a tasso fisso il differenziale si è ridotto a fine 2007 di 7 decimi di punto grazie alla maggior concorrenza.


La Banca d’Italia rileva inoltre che la qualità del credito alle famiglie lo scorso anno è rimasta elevata: il rapporto tra nuove sofferenze e prestiti in essere è rimasto fermo allo 0,8 per cento. L’evoluzione del mercato dei mutui immobiliari, dunque, potrebbe aver accresciuto il grado di fragilità finanziaria delle famiglie, soprattutto nelle fasce di reddito più basse, senza tuttavia riflettersi ancora in un aumento dei prestiti in sofferenza.

In particolare, i risultati di un’indagine condotta da Bankitalia, mostrano che il tasso medio di insolvenza è aumentato nel 2007, ma resta su valori relativamente contenuti. Nel quadriennio 2004-06 il 3,5 per cento dei clienti ha avuto almeno un ritardo nel pagamento delle rate e la percentuale dei ritardi è stata pari al 3,8 per cento per quelli a tasso variabile, contro l’1,8 per cento dei mutui a tasso fisso. Le segnalazioni di vigilanza relative ai primi mesi 2008 mostrano comunque una riduzione della consistenza complessiva dei mutui per acquisto di case.

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