Tragica la situazione delle ferrovie nel Lazio a detta di Legambiente

di Redazione 4

Personale di stazione poco presente, bar o edicole pressoché inesistenti, questi alcuni dati che trapelano dal dossier sullo stato delle ferrovie a Roma e nel Lazio in generale, realizzato il tutto da Legambiente Lazio. I risultati dell’inchiesta – durante la quale sono state monitorate 53 delle 172 stazioni della regione. In 32 stazioni (60,4 per cento) gli utenti hanno evidenziato un’assoluta assenza del personale e solo nel 47,2 per cento dei casi sono presenti bar, su 35,8 per cento rivendite di giornali.

Addirittura i bagni, che dovrebbero essere essenziali, mancano in 26 stazioni o sono malfuzionanti. Mancano in alcune persino i cestini. Risulta inoltre che, anche se nel 75 per cento dei casi c’è un parcheggio che risulta quasi sempre insufficiente, mancano quasi ovunque macchinette automatiche per bevande calde o fredde e infine nel 58,5 per cento dei casi manca la biglietteria e nel 61 per cento di questi non c’è nemmeno l’erogatrice automatica.


È la vivibilità delle stazioni la vera risposta anche sul fronte della sicurezza” ha detto Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio con chiaro riferimento all’aggressione della studentessa sudafricana, nella stazione La Storta a Roma. “La presenza di servizi, ma anche di personale ferroviario valgono più di qualsiasi telecamera per battere il rischio del degrado”. “Serve un grande piano di investimenti” ha aggiunto “per adeguare le stazioni al nuovo flusso di passeggeri”. Secondo i dati di Legambiente Lazio negli ultimi anni sono infatti “320 mila i viaggiatori nel Lazio che ogni giorni salgono su 930 convogli”.

La situazione ferroviaria nel Lazio e a Roma è preoccupante infatti dalla classifica elaborata è stato calcolato che sono addirittura 66 le stazioni classificate con il parametro ‘bronze’ (38,4 per cento), 96 con il ‘silver’ (55,8 per cento), mentre sono solo 8 (Ciampino, Civitavecchia, Fiumicino Aeroporto, Formia, Orte, Roma San Pietro, Roma Trastevere e Roma Ostiense) quelle classificate come ‘gold’ (4,7 per cento) e 2 (Roma Termini e Roma Tiburtina) quelle classificate come ‘platinum’ (1,2 per cento).

Commenti (4)

  1. Ancora una volta una di queste associazioni populiste e becere, autoproclamatasi salvatrice del mondo, espelle inutili dichiarazioni (casualmente in campagna elettorale).
    Ieri non ho scritto nulla sui col-diretti per non pesare troppo su questo blog che apprezzo veramente.
    Solo che oggi queste cose di Legabbiente sono proprio sciocche e pretestuose (cosa non farebbero per un voto in più): sono almeno 10 anni che nelle stazioni piccole non c’è personale, da quando le manovre di stazione vengono fatte da remoto nelle centrali che si trovano nelle stazioni più grandi.
    Hanno mai sentito parlare di computer e telematica questi? ecco, si fa così! 🙂
    Guardate l’illustrazione: due binari lisci e un marciapiede, a cosa serve il capostazione? forse che ad ogni fermate dell’autobus c’è un vigile?
    Questo ha permesso di ridurre molto i costi di esercizio che oggi non sono più saldati a piè di lista con i debiti di stato autorizzati da venduti.
    Le biglietterie non servono perchè i biglietti vengono venduti in negozi vicini alla stazione o anche lontani se vicini non ce ne sono. Nelle piccole stazioni c’erano biglietterie automatiche, prima che venissero devastate dai vandali. Quanto costerebbe un biglietto se per vendere 100 biglietti al mese ci vogliono tre turni di personale, quanto fa 30ooox3/100? Il 90% di quelli che frequentano le piccole stazioni sono pendolari abbonati, il biglietto lo fanno una volta la mese, I biglietti si possono comprare il giorno prima oppure su internet e anche per telefono forse…
    Certo poi non sarà obbligatorio che ci sia un bar anche nelle stazioni piccole dove c’è poca gente, forse che prima c’erano?
    .
    Ma dove vivono questi sciocchi?
    Ma a cosa pensano nelle loro riunioni di parte?
    Perchè invece non dicono quanti sono i dirigenti e i dipendenti della Regione Lazio? e quanti di questi sono stati assunti e nominati dai presidenti regionali di destra e di sinistra? E magari quanti di questi sono iscritti ad associazioni come la loro? quanto sono gli stipendi e le gratifiche e quante ore lavorano al mese in media? Indaghino su questo invece di dire sciocchezze sulle stazioni!

  2. Pio questa volta mi trovi in disaccordo perchè la situazione descritta nell’articolo è molto simile a quella della stazione del mio paese. I biglietti si vendono solo la mattina fino a 12 dopo di che nulla, e non mi va di arrivare in paese per prendere un biglietto e tornare indietro. Per non aggiungere che alle 12 chiude anche la sala d’attesa quindi le sere d’inverno uno deve aspettare il treno al freddo. Sistemi automatizzati vero ma non sai mai con la tecnologia quello che ti può capitare. Poi non dico ci debba essere un bar ma per lo meno un distributore automatico.

  3. Capisco, ma non possiamo vivere nel passato, ogni cosa costa e noi (italiani) non siamo abbastanza danarosi da permetterci un bigliettaio in ogni stazione, possiamo permetterci al massimo una macchina automatica che fa biglietti e distribuisce bevande, ma solo finché qualcuno non la distrugge, perché non possiamo permettercene due.
    Secondo me l’errore è aspettarci che alla fermata del treno ci siano più servizi che alla fermata del pullman o dell’autobus.
    Lì non ci sono nemmeno le sale d’attesa, ci vai all’orario che passa 🙂 il biglietto non lo vende più nemmeno il guidatore, lo si compra in anticipo o se ne compra un tot di riserva, se ci fosse mercato per bibite fresche il distributore ci sarebbe ma evidentemente non c’è.
    🙂 Suvvia… una persona come te che tiene un blog così bello deve pur avere qualche fiducia nella tecnologia, dovrebbe divertirsi a comperare il biglietto sul sito, magari solo in caso imprevisti 🙂
    .
    La chiave è: perché la fermata del treno dovrebbe essere più accessoriata di quella della corriera?
    .
    Comunque non volevo difendere le ferrovie ma controbattere ai discorsi di quelli cogli stendardi, quelli che: “vi insegniamo noi a vivere!” e poi dicono stupidaggini senza senso…

  4. Assolutamente fiducia nella tecnologia però non fiducia cieca 🙂 Esistono tante altre realtà diverse da Trenitalia che non permettono ad esempio l’acquisto di biglietti online. In generale direi che dipende dalla situazione a cui il discorso di applica. In Inghilterra ad esempio anche la stazione più dimenticata del paese è migliore di quelle italiane 😛

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