Indagine Confcommercio-Censis, gli italiani ottimisti in tempo di crisi

di Redazione Commenta

Secondo l’indagine svolta da Confcommercio, in collaborazione con il Censis, sugli “Stili di consumo, percezioni e prospettive ai tempi della crisi” svolta alla fine di Gennaio 2009 su un campione di 1300 famiglie italiane e resa nota nei giorni scorsi, la gran parte degli italiani (circa il 53%) si dice ottimista a proposito della crisi economica internazionale che ci sta investendo.

Allo stesso tempo, il 43,2% degli intervistati pensa di fronteggiare la crisi rifugiandosi nel risparmio, mentre il 22,2%  pensa di provvedere a un drastico taglio dei consumi, che, comunque sono rimasti invariati negli utlimi sei mesi per il 42% del campione.

Naturalmente, neanche a dirlo, fra gli ottimisti spiccano le famiglie con un reddito alto (2000 euro di reddito netto familiare mensile per intenderci), soprattutto quelle residenti nel Nord-Est del paese, e i giovani, mentre tra gli italiani con un reddito inferiore a questa soglia sono il timore per il futuro e l’incertezza, persino sul da farsi, a farla da padroni.

Intanto, sempre secondo l’indagine Confcommercio-Censis, continua ad aumentare la propensione degli italiani all’indebitamento, tanto sul versante dei mutui per l’acquisto di una casa, quanto su quello del credito al consumo, al quale la metà degli intervistati dichiara di fare ricorso per mancanza di contanti. Tuttavia, sembra che ad incontrare reali difficoltà nella restituzione di somme ricevute in prestito sia solo l’1% degli italiani.

Sempre sul fronte dei consumi, per il 30% delle famiglie con spese in aumento la gran parte delle uscite è rappresentata dal pagamento delle utenze domestiche, per le quali si registrano ancora rincari.

Dal canto suo, proprio per non scoraggiare quel 53% di ottimisti (beati loro!), il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, invita il governo a fare subito “qualcosa di concreto e coraggioso”, mentre il direttore generale del Censis, Giuseppe Roma, invita piuttosto ad indirizzare gli aiuti pubblici verso le famiglie con redditi mensili inferiori ai 2000 euro.

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