Prezzo della benzina: è colpa delle speculazioni

di Redazione 4

Nell’ultimo anno il prezzo del petrolio greggio è salito del 69%. Di conseguenza i prezzi della benzina sono saliti alle stelle. Se da una parte ci possiamo relativamente consolare con la speranza  che questi continui aumenti spingano sempre più persone a rivedere le proprie abitudini di trasporto – le alternative ci sono e sono efficaci – anche in funzione del rispetto dell’ambiente, dall’altra non dobbiamo sottovalutare le dinamiche speculative che stanno mettendo in ginocchio il risparmiatore e che andrebbero combattute con la linea dura. Il governo ha promesso ma al momento non è stata presa alcuna decisione operativa. Le speculazioni più grandi avvengono a livello internazionale sul costo del greggio, ma anche in Italia c’è ci specula direttamente sul prezzo che il risparmiatore paga quando si ferma a fare benzina.

Le dinamiche internazionali influiscono direttamente sul costo del petrolio, è vero. Secondo Jesus Reyes Heroles, AD di Petroleos Mexicanos, il costo del greggio è mantenuto alto di proposito dai detentori dei contratti petroliferi che speculando sulle fluttuazioni del prezzo dell’oro nero hanno distorto il naturale (si fa per dire) rapporto fra domanda ed offerta. Gli americani, abituati com’erano a prezzare addirittura la benzina al gallone invece che al litro, se ne sono accorti sulla propria pelle.

Ma se l’americano medio vedesse i prezzi della benzina che vigono nel nostro paese (ed è errore comune del turista americano affittare macchine di grossa cilindrata quando viene in Italia!) probabilmente non reggerebbe lo shock. Il problema, secondo Federconsumatori, è che  il costo del petrolio contribuisce solo in parte  a far salire il prezzo della benzina al distributore.

Ad oggi un barile di greggio costa circa 126$, esattamente come a maggio 2008 (lo si può vedere nel grafico di inizio post – fonte: gasbuddy.com). Allora perché il prezzo della benzina non è sceso ai livelli di maggio, ma in alcuni casi è addirittura salito? Ovviamente ci saranno motivazioni e spese nascoste (tassazioni?) che fanno crescere il prezzo e gli impediscono di calare, ma non sono sufficienti a spiegare una differenza di addirittura 10 cent/litro fra il prezzo di oggi e quello di due mesi fa. Federconsumatori “calls shenanigans” (sente puzza di bruciato) direbbe il turista americano, e sta valutando le possibili azioni legali da intraprendere per individuare i responsabili di questa pratica che danneggia il consumatore e per convincere il governo ad un intervento realmente decisivo.

Nel frattempo, se volete risparmiare sul carburante, vi consiglio di dare un’occhiata alle nostre 5 idee per risparmiare realmente sulla benzina.

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