Contro la crisi: sciopero della spesa il 16 settembre

di Redazione 1

 E’ una guerra su più fronti quella si prepara a lanciare il Codacons che, deciso nel voler salvare i consumatori dagli aumenti già attuati e da quelli presto in arrivo, ha proposto a tutti i cittadini di boicottare gli acquisti nel giorno del 19 settembre quando vi sarà lo sciopero della spesa, solo una tra le iniziative anticrisi.

Come ha infatti suggerito il Codacons, tutti i cittadini saranno invitati a boicottare le pompe di benzina che offrono un litro di benzina verde a più di 1,80 euro e di scegliere invece solo le compagnie petrolifere che offrano sconti e promozioni ai loro clienti:

L’indicazione di lotta implica che si faccia il pieno di venerdì, sabato o domenica presso le marche che praticano la promozione e sconti e per il resto della settimana si boicottino le pompe troppo care che devono essere punite e non vendere nemmeno un litro di carburante.

Dalla spesa alimentare alla benzina, dalla spesa sanitaria a quella pubblica: il Codacons non accetta gli aumenti derivanti dalle ultime tassazioni (si stima che ogni famiglia spenda, alla fine di quest’anno, ben 3500 euro in più rispetto al 2011) e sceglie di rivolgersi direttamente ai cittadini per organizzare subito una mossa vincente che sensibilizzi tutti i consumatori, come spiega in un comunicato ufficiale:

Non resta che organizzarsi da soli i consumatori sono fuori dell’agenda del governo Monti, che li usa solo come carne da macello per spremerli con balzelli di ogni tipo fino a scoppiare. Nessun intervento sulle bollette o sul blocco dalle tariffe pubbliche. Dopo aver tagliato i consumi alimentari, oggi gli italiani sono costretti a tagliare anche i consumi di acqua, gas e luce. Per questo viene lanciata l’iniziativa per il 19 settembre di uno sciopero della spesa che si spera trovi tutte le associazioni dei consumatori concordi e anche quelle degli agricoltori, dei commercianti stessi che per quel giorno sono invitati ad abbassare le saracinesche contro le tasse insostenibili e le banche che non fanno credito.

Photo Credits | Thinkstock

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