Certificazione energetica, quanto influisce sull’acquisto di una nuova casa?

di Redazione Commenta

A partire dal 1° ottobre di quest’anno sono entrati in vigore i nuovi decreti del Ministero dello Sviluppo Economico a completamento del precedente quadro normativo in materia di prestazioni energetiche degli edifici.
 La nuova disciplina per l’Attestazione della Prestazione Energetica degli Edifici (APE 2015), omogenea su tutto il territorio nazionale, offrirà al cittadino informazioni maggiori riguardo all’efficienza energetica degli edifici e degli impianti, semplificando la possibilità di confrontare la qualità energetica dei diversi immobili. Ma gli italiani quanto sono interessati alla classificazione energetica dell’immobile che stanno per acquistare? Poco o nulla a quanto pare.

Infatti, secondo i risultati di un’indagine svolta da Casa.it sull’offerta immobiliare presente nelle maggiori città italiane, gli annunci che riportano la classe energetica degli appartamenti in vendita sono solo il 57%, mentre per oltre il 40% di essi questa non viene indicata in alcun modo. Ancora più deludenti i dati relativi alle case in affitto per i quali solo il 34% degli annunci riporta la certificazione energetica. Per gli italiani, dunque, la classe energetica di un immobile incide poco sui criteri per la scelta del suo acquisto e questo vale soprattutto per l’usato nella cui scelta ci si fa orientare soprattutto dal prezzo e dall’ubicazione.

Le cose stanno un po’ diversamente se si tratta di acquistare nuove costruzioni e appartamenti in condominio, dove l’Attestazione di Certificazione Energetica ha un peso reale sulle spese condominiali. Più precisamente, quando devono acquistare casa gli italiani guardano prima di tutto a fattori quali la zona in cui questo è ubicato, il prezzo e la presenza di box o posto auto, mentre la classe energetica precede solo la richiesta dell’eventuale presenza di doppi servizi.

Come spiega Alessandro Ghisolfi, Responsabile del Centro Studi Casa.it:

La crisi della domanda e la conseguente flessione delle compravendite, in particolare per gli immobili costruiti negli ultimi 15 anni nei Comuni dell’hinterland delle grandi aree metropolitane, sta incidendo sulla revisione al ribasso dei valori di vendita e, di conseguenza, sta di fatto restringendo la forbice fra il prezzo di una abitazione nuova certificata in una delle prime tre classi e quello di una abitazione usata ma ristrutturata, localizzata nello stesso quartiere, che potrebbe essere di una classe inferiore.  All’interno delle città, invece, il gap fra i prezzi tra nuovo certificato nelle prime tre classi e usato di classe inferiore è percepito come meno importante, e ciò che convince l’acquirente a optare per un appartamento in classe A invece che in classe D o F è il risparmio reale che si ottiene in termini di consumi energetici legati soprattutto al riscaldamento o al raffreddamento dell’immobile.

La situazione però sembra stia un po’ migliorando se è vero che nei primi nove mesi del 2015 gli immobili in vendita e in affitto corredati di APE, sono aumentati rispettivamente del 25% e del 21% per quelli in affitto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le regioni più virtuose sono Trentino Alto Adige e Veneto, mentre a Sud l’attenzione alla certificazione energetica degli immobili è ancora scarsa.

Photo credit ThinkStock

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>