Banche della terra, come funzionano e in quali regioni sono attive

di Redazione Commenta

Non tutti sanno che in ben otto regioni italiane esistono le banche della terra, e con esse la possibilità di ottenere terreni statali a titolo gratuito o quasi gratuito. Lo stato mette a disposizione questi terreni per le nuove imprese agricole per venti anni, ma come funzionano, più nello specifico, le banche della terra?

 Le banche della terra sono attive in otto regioni italiane: Abruzza, Campania, Puglia, Liguria, Veneto, Umbria, Toscana e Sicilia, e altre regioni stanno sviluppando il progetto, ovvero Calabria, Lazio, Marche, Molise e Lombardia. Occorre prima censire le terre coltivabili abbandonate, i terreni di proprietà pubblica, prima di poter procedere alla concessione degli stessi a titolo gratuito, o quasi gratuito, alle nuove imprese agricole, con lo scopo di valorizzare questo patrimonio agricolo abbandonato.

Come funzionano le banche della terra? Dopo il censimento dei terreni si passa a compilare un elenco di proprietà pubbliche potenzialmente sfruttabili, quindi si passa a diffondere dei bandi rivolti agli imprenditori agricoli, soprattutto agli imprenditori giovani. Il terreno che viene concesso rimarrebbe in uso per 20 anni a chi lo coltiva, con l’impossibilità di cambiarne la destinazione d’uso. Un modo quindi per rilanciare la produzione agricola made in Italy, aiutare i giovani, favorire il ricambio generazionale in agricoltura e valorizzare il territorio. Si noti che in Toscana sono stati già assegnati 270 ettari (dati aggiornati a dicembre 2014). L’iniziativa, quindi, funziona: agli interessati è pertanto consigliato consultare gli eventuali bandi disponibili nelle proprie regioni per non perdere i vantaggi di questa interessantissima iniziativa.

Photo credits | Irene Kighltey su Flickr

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