Propensione al risparmio degli italiani in calo

di Redazione Commenta

 Meno reddito meno propensione al risparmio: quando il denaro deve essere speso per necessità quotidiane, per gli alimentari, il mutuo, il vestiario, le spese del dentista, rimane ben poco da destinare ai risparmi sul nostro conto corrente. La crisi continua a farsi sentire sul potere d’acquisto delle famiglie italiane e ne risente anche la propensione al risparmio. Secondo gli ultimi dati ISTAT nel terzo trimestre del 2011, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, mentre in rapporto allo stesso trimestre dello scorso anno, si è ridotto dello 0,1%. “Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società”, tramite questo dossier l’ISTAT ha discusso la propensione al risparmio delle famiglie, nonchè le prospettive sui profitti delle aziende.

La situazione economica degli italiani resta in ‘rosso’ – sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando il rapporto dell’Istat -. Anche nel terzo trimestre del 2011 il potere d’acquisto delle famiglie continua a diminuire e contemporaneamente cala la propensione al risparmio. È la conseguenza di una crisi che continua a mordere e che si abbatte come un macigno sui consumi, prima di tutto quelli alimentari. Proprio a causa delle minori disponibilità economiche, ma anche degli aumenti della benzina e dell’inflazione nel 2011 ben una famiglia su tre è stata costretta a tagliare gli acquisti alimentari, mentre tre su cinque hanno dovuto modificare il menù quotidiano e oltre il 30% è stato obbligato a comprare prodotti di qualità inferiore.

Le famiglie hanno modificato i propri consumi e si appellano sempre più alle promozioni commerciali, crescono esponenzialmente gli acquisti presso gli hard – discount e diminuiscono gli investimenti. Alla luce della crisi sembra che non pochi preferiscano tenere i risparmi sotto il mattone. Complice la stangata della manovra Monti, i prezzi potrebbero continuare ad aumentare: nei prossimi mesi l’IVA potrebbe salire di due punti percentuali e le aziende si vedrebbero costrette ad aumentare i prezzi secondo tale misura.

Photo Credit | Thinkstock

 

 

 

 

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