Risparmio gestito, perché può tornare ancora utile

di Luca Fusi Commenta

Un gran numero di società hanno dimostrato una notevole resilienza nei confronti dell’emergenza legata al Coronavirus che stiamo affrontando e hanno preso la decisione di riequilibrare i deflussi con altre attività. Stando a quanto riferito da parte di Mediobanca Securities, con i prezzi che sono stati oggetto di un profondo ridimensionamento c’è ancora spazio per il risparmio gestito.

Lo spunto arriva da Gian Luca Ferrari, che lavora per Mediobanca Securities e che ha voluto analizzare, nella sua ultima fatica, proprio quali siano le migliori opportunità per gli investitori in quest’ultimo periodo. Ciascuna società, a suo modo, ha infatti messo in evidenza una capacità di reazione piuttosto importante, in un periodo in cui ben pochi sono riusciti a salvarsi.

Risparmio gestito e la tremenda influenza del Coronavirius sui dati del primo trimestre

Per quanto riguarda le banche, emerge fin da subito come la visibilità che si riferisce agli utili è piuttosto bassa e pure il comparto delle assicurazioni pare effettivamente aver subito notevolmente le conseguenze del Coronavirus. Invece, tutti coloro che gestiscono risparmi, dopo aver passato indenni la fase più complicata relativa ai contagi, pare proprio che siano ripartiti già alla grande.

Da un certo punto di vista, nei primi tre mesi del 2020 il sistema fondi ha chiaramente risentito della crisi, così come hanno fatto i titoli di tale settore, ma in realtà i più di 1300 miliardi di risparmi, che attualmente sono liquidi, rappresentano una base su cui puntare da tutti quei soggetti che sono in grado di collocarsi in una posizione di vantaggio nella corsa verso la gestione dei risparmi.

In uno scenario particolarmente complicato, dando un’occhiata ai fondi che sono stati aperti, si può notare come i risparmiatori italiani hanno una netta predilezione per i fondi monetari e, in modo particolare, per quelli bilanciati. Verso i fondi monetari, infatti, confluiscono qualcosa come 8,2 miliardi di euro, mentre nei fondi bilanciati vengono dirottati circa 755 milioni di euro.

Nei primi cinque gruppi in riferimento al patrimonio gestito, è da mettere in evidenza l’ottimo risultato fatto registrare da parte di Poste Italiane, che ha messo a segno afflussi per una cifra che supera quota 1,9 miliardi di euro. Un segno assolutamente positivo pure per Anima Holding, che ha fatto registrare un aumento pari a 333,6 milioni di euro.

Un segno negativo che non lascia spazio ad altre considerazioni per il gruppo Intesa Sanpaolo, con una perdita pari a 3,9 miliardi di euro, sia in riferimento ai totali di Eurizon che a Fideuram. Anche Amundi Group finisce in rosso, perdendo 1,8 miliardi di euro. Tra chi ha ottenuto i risultati più positivi, invece, troviamo sicuramente Pictet Am, con afflussi che superano 1,3 miliardi di euro.

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