Settimana nazionale della tiroide: visite gratuite

di Redazione 2

 Una recente indagine ha messo in evidenza che un’alta percentuale di noemamme soffre di tiroide dopo aver partorito, in particolare di un’infiammazione della ghiandola tiroidea che in genere si manifesta entro un anno dal parto e spesso si risolve spontaneamente. E’ addirittura una donna su tre che soffre di questo disturbo, che può causare anche seri problemi.

Dal 17 al 19 aprile tutte le donne avranno la possibilità di usufruire di controlli gratuiti alla tiroide. In tutte le piazze italiane, saranno presenti specialisti e volontarie in occasione della Giornata Nazionale della Tiroide 2010, promossa e organizzata dalle principali associazioni dei pazienti – AIBAT, AMEIr, AME Pescara, AMT Pisa, ATTA, ATTA Lazio, ATTA Puglia e Basilicata, ATTA Toscana, APE Triveneto, GAT, La Lumaca –, col patrocinio dell’Associazione Italiana della Tiroide (AIT), dell’Associazione Medici Endocrinologi (AME) e della Società Italiana di Endocrinologia (SIE).

Il corretto funzionamento della ghiandola tiroidea è fondamentale per il benessere generale della persona ed è per questo che la prevenzione diviene di fondamentale importanza, specialmente se nella nostra famiglia sono già presenti casi con problemi alla tiroide.

In caso di problemi per la mamma, il bambino potrà nascere sotto peso, prematuro, oppure riportare danni neurologici, puà avvenire anche un aborto spontaneo se la mamma ha problemi di tiroide.

Inoltre alcune donne con problemi alla tiroide accusano la depressione post partum: il 5-10% dei casi di depressione, infatti, sono causati proprio da un malfunzionamento della ghiandola tiroidea.

Le visite potranno essere prenotate telefonicamente al numero verde 800-199894. Lo scopo dell’iniziativa è quello di informare la gente sulle patologie delle tiroide, offrendo l’opportunità di poter effettuare gratuitamente screening endocrinologici: visita, ecografia e, in alcune città, anche un prelievo del sangue. La campagna di prevenzione è particolarmente rivolta al genere femminile, che come abbiamo sottolineato all’inizio dell’artioclo, risulta essere più a rischio dell’uomo, soprattutto nella delicata fase della gravidanza.

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