Prelievo forzoso su conti correnti: i nostri risparmi sono a rischio?

di Redazione Commenta

 Sull’ipotesi di prelievo forzoso sui depositi bancari e postali dei risparmiatori, per far fronte alla crisi, il Senatore Elio Lannutti (Idv), Presidente di Adesbef, ha presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’economia chiedendo spiegazioni:

In una fase di turbolenza sui mercati, come quella che sta facendo aumentare a livelli record lo spread tra i titoli di Stato italiani ed i Bund tedeschi, il Governo non ritenga sconcertante far circolare una notizia che accresce soltanto la tensione creando rabbia e delusione nelle famiglie che sono riuscite a risparmiare qualche soldo, depositato in banca o alla posta, per far fronte alle future necessità, anche di salute.

Partiamo però dall’inizio per chi non fosse a conoscenza della vicenda, prima di capire perchè i risparmi di tanti italiani potrebbero essere messi a rischio: tutto nasce da un articolo pubblicato sul “Corriere della sera” il 2 novembre 2011, intitolato “Il Cavaliere pensa a misure choc”, nulla di ufficiale però, solo indiscrezioni trapelate che hanno però messo in subbuglio la rete, le ipotesi circolate di un prelievo forzoso sui conti correnti infatti, sono poi state smentite, per evitare anche il panico tra i risparmiatori.

Io credo che il prelievo forzoso non si farà proprio perché se n’è già parlato – ha detto in un intervista a Tiscali Mario Comana, professore ordinario di economia degli intermediari finanziari alla Luiss Guido Carli -. Amato nel 1992 lo fece nella maniera più efficace ovvero senza preavviso. Sarebbe una ‘sciocchezza’ colossale perché trasmette sfiducia anche nei confronti dei depositi bancari senza che le banche ne siano responsabili. Aggiungo che sarebbe anche una decisione iniqua perché non c’è una correlazione tra capacità contributiva e disponibilità sul conto corrente e questo violerebbe il principio costituzionale che le tasse devono essere proporzionali alla capacità contributiva. Se davvero si vuole colpire la ricchezza dei cittadini molto meglio una patrimoniale ben fatta ovvero una patrimoniale che colpisce in funzione della capacità contributiva delle singole persone.

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