Inflazione in ribasso: i consumatori risparmieranno?

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 Forte rallentamento dell’inflazione a novembre, scesa al +2,7% dal +3,5% di ottobre. Risultati divulagati dall’Istat anche se si tratta ancora della stima provvisoria. Rispetto al precedente mese di ottobre i prezzi hanno registrato un calo. Variazioni negative si sono verificate nei capitoli ‘Trasporti‘ (-2,3%), ‘Servizi ricettivi e di ristorazione‘ (-0,6%) e ‘Abitazione, acqua, elettricità e combustibili‘ (-0,4%).

Gli aumenti si sono invece più elevati si sono registrati nel settore ‘Comunicazioni‘ (+0,3%), ‘Mobili, articoli e servizi per la casa‘, ‘Servizi sanitari e spese per la salute‘ (+0,2%), ‘Bevande alcoliche e tabacchi‘ (+5,3%) e ‘Prodotti alimentari e bevande analcoliche‘ (+4,7%).

Se si riduce l’inflazione quindi, significa che si riducono i prezzi e ciò rappresenterebbe un risparmio per i consumatori. In realtà la situazione è più complessa: l’inflazione è scesa proprio perchè si sono ridotte le spese, ossia i consumi. Lo ha dichiarato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni ad un convegno di Adiconsum.

Da una parte c’e’ un’inflazione minore e per un Paese come il nostro va bene, dall’altra segnala una depressione dei consumi. Comunque e’ meglio che avere un’alta inflazione e una grande depressione.

Si tratta del calo maggiore dal luglio 1959. Record anche a livello europeo: inflazione in picchiata nei Paesi dell’euro, dove nel mese di novembre, secondo la stima flash di Eurostat, è scesa al 2,1%, contro il 3,2% di ottobre, tornando al livello del settembre 2007.

In accordo a quanto dichiarato da Bonanni, il Presidente della Codacons Carlo Rienzi afferma:

Il dato rispecchia la caduta dei consumi da parte degli italiani, che sempre più stringono la cinghia in una fase di crisi economica e dopo un 2008 caratterizzato da un forte aumento dei prezzi e delle tariffe in tutti i settori. In base alle stime della nostra associazione, a fine anno ogni famiglia si ritroverà in bilancio una stangata pari ad almeno 1.700 euro, nonostante una riduzione degli acquisti. Se si vuole far riprendere l’economia nazionale e salvare i consumi sotto le festività natalizie non c’è altra strada da seguire se non quella della liberalizzazione dei saldi e di una riduzione generalizzata dei prezzi del 15-20%.

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