Cessione del quinto sulla pensione: tutto quello che c’è da sapere

di Luca Fusi Commenta

Approcciamo nel migliore dei modi un argomento molto delicato in Italia

Fra le varie possibilità di prestito che una persona può ottenere, una delle più note è la cessione del quinto; si tratta di una forma di prestito personale molto diffusa nel nostro Paese che può essere richiesta a una banca oppure a un istituto finanziario autorizzato.

Cessione del quinto sulla pensione

La principale caratteristica di questa forma di prestito è che può essere richiesta soltanto da due categorie di persone: i pensionati (cessione del quinto sulla pensione) e i dipendenti (cessione del quinto sullo stipendio); se, per esempio, si è liberi professionisti non si può accedere a questo tipo di finanziamento.

Altra interessante caratteristica è il fatto che la cessione del quinto è un prestito personale non finalizzato; a differenza di altre forme di prestito, infatti, chi richiede il finanziamento non è tenuto a fornire spiegazioni, alla banca o all’istituto finanziario che concedono il prestito, sulle motivazioni alla base della richiesta; in altri termini, chi richiede il finanziamento può utilizzare la liquidità ottenuta come meglio crede: una ristrutturazione edilizia, una vacanza particolarmente costosa, l’acquisto di un’automobile ecc.

La cessione del quinto sulla pensione è una forma di prestito che si caratterizza anche per la sua “sicurezza”; la legge italiana, infatti, prevede per questa tipologia di finanziamento la stipula obbligatoria di una polizza assicurativa che garantisca il creditore dal pagamento del credito residuo nel caso in cui il debitore venga a mancare e/o perda l’impiego.

La quota cedibile

L’importo del prestito che una persona può ottenere con la cessione del quinto non è arbitrario, ma ha dei limiti ben precisi che vengono stabiliti con un calcolo ben preciso.

Nel caso dei pensionati è l’INPS (o altro ente pensionistico) a rilasciare la comunicazione di cedibilità della pensione; in questo documento sarà indicata anche la cosiddetta quota cedibile che altro non è che l’importo massimo della rata del prestito; tale rata, come facilmente si può intuire, è pari, al massimo, a un quinto della mensilità pensionistica (da qui la denominazione di questo tipo di finanziamento).

La comunicazione di cedibilità deve essere consegnata, insieme ad altri documenti, alla banca o all’ente creditizio a cui si richiede il prestito. Per conoscere l’entità del prestito che ci può essere concesso, è possibile verificare in anteprima con un simulatore online come quello presente sul sito di Fiditalia inserendo alcuni dati:

  • tipo di impiego (si deve specificare se si è pensionati o dipendenti pubblici o privati)
  • età
  • anzianità di servizio (nel caso dei dipendenti)
  • importo della rata (al massimo un quinto della pensione o dello stipendio)
  • durata del prestito.

Grazie alla simulazione si può avere un’idea in anteprima dell’importo ottenibile con la cessione del quinto pensionati. L’erogazione del prestito, generalmente, non richiede tempi troppo lunghi, ma ovviamente è necessario che l’ente che concede il prestito faccia le opportune verifiche. Anche la concessione del quinto sulla pensione o sullo stipendio è vincolata al soddisfacimento di vari requisiti; nel caso che anche solo uno di questi venga a mancare, la banca o l’istituto di finanziamento hanno la facoltà di rifiutare la concessione del prestito.

Fino a quale età un pensionato può richiedere al cessione del quinto?

Di norma, l’età massima per richiedere la cessione del quinto sulla pensione è di 85 anni al momento del pagamento dell’ultima rata.; alcune banche e istituti di finanziamento però concedono deroghe a questo limite arrivando fino ai 91 anni meno un giorno al termine del piano di rimborso.

Qualsiasi pensionato può ottenere la cessione del quinto?

In linea di massima sì: tutti i pensionati possono ottenere questa tipologia di prestito, ma non mancano comunque le eccezioni; In caso di pensione INPS la richiesta, per esempio, non può essere fatta da chi percepisce assegni e pensioni sociali o da coloro che percepiscono l’APE sociale.

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