Sconto libri non più del 15%? Idee per sopravvivere

di Redazione 8

 Brutte notizie per tutti coloro che amano acquistare, e leggere, molti libri durante l’anno. Entra infatti in vigore la legge sul libro, una proposta che verrà purtroppo applicata già dagli inizi di settembre quando noi consumatori non potremo più approfittare di sconti sul prezzo di copertina superiori al 15%. Dopo due anni di riunioni e scontri tra piccoli e grandi editori e librai, sugli scaffali della nostra libreria troveremo testi dai mini sconti, un cambiamento che sicuramente farà la differenza nelle tasche dei lettori più accaniti.

La legge è stata approvata al Senato ed entrerà in vigore già da questo settembre quando troveremo sulle copertine dei libri che vorremo acquistare uno sconto massimo del 15%, un tetto che proibirà così gli ulteriori sconti e le promozioni fornite nei grandi centri commerciali, presso la casa editrice stessa e anche on line nei siti di “acquisti letterari” via web. L’unica via di fuga concessa agli editori sarà di applicare lo sconto del 20% una sola volta l’anno escluso il mese di dicembre quando tutte le librerie e i centri di vendita libri non dovranno offrire sconti selvaggi.

Tutti contenti al Senato. Un po’ meno noi comuni mortali. Che fare dunque se anche quelle poche occasioni di acquisti promozionali che ci venivano offerti ora vengono messi al bando? L’unico modo per non dare fondo alle finanze di casa è quello di accedere alle biblioteche civiche per leggere gratis oppure creare piccoli gruppi di lettura: se avete infatti amici che come voi amano divorare libri freschi di stampa potete suggerire di acquistare un libro a testa al mese e poi scambiarvelo. Lo scambio di letture potrà essere più agevole se fatto con i vostri vicini di casa o i colleghi di lavoro, lettori dai gusti simili ai vostri con i quali potrete organizzare l’acquisto dei libri nuovi in catalogo che vi interessano di più e poi procedere allo scambio di letture: comprerete meno libri ma ne leggerete molti di più!

[Photo Credits 8tokyo]

Commenti (8)

  1. Un bell’articolo, come sempre, ma vorrei aprire uno spunto di riflessione su quel “brutte notizie” con cui apre. Sempre di più, sempre più spesso, oggi, si sta puntando a coprare oggetti “al prezzo”. Questo a discapito di qualitàe servizi aggiuntivi al prodotto. Parlando di libri stiamo perdendo tutta una serie di piccole librerie che, a dispetto della grande distribuzione, non può scendere a certi livelli di sconto vuoi perché le dimensioni del fatturato non lo consentono, vuoi perché hanno il “vizio” di offrire qualche cosa di più. Personalmente, però, amo tre cose delle librerie individuali, che non trovo mai nelle catene:

    – Amo parlare con il libraio, chiedere consigli, pareri, opinioni, semplicemente chiacchierare… non voglio trovarmi davanti una persona che non ha alcun interesse nel libro, che vende perché deve.
    – Amo il libri strani, di nicchia, quelli che non fanno un grande mercato ma che sono gustosissimi per l’appassionato.
    – Amo la variabilità, l’asimmetria, la curiosità. tutte cose che negli stereotipati punti vendita da grandi catene lasciano il posto all’uniformazione degli scaffali per essere uguali in ogni parte del mondo.

    Allora ben venga, dico io, questa legge, che salva quei pochi, troppo pochi, librari che oramai resistono a fatica, per non perdere anche questi dopo tutti gli altri negozi “sotto casa” che oramai sono solo ricordi.

    1. Ciao Stefano, credo forse che ci sarebbero stati altri metodi per salvare il piacere della lettura dall’acquisto tech e spersonalizzato. Ad ogni modo, visto che tornare indietro non si può spero almeno che questa legge servi a salvare le piccole librerie di nicchia e le case editrici indipendenti troppo spesso soffocate dagli editori più potenti.
      Grazie per averci scritto!

  2. Una mazzata a tutta la filiera del libro italiana. Tutti i discorsi fatti in questi anni (“In Italia non si legge”, “editoria in crisi”, ecc ecc) si vede che non sono serviti a nulla.
    Da quando c’è Amazon ed i suoi sconti (anche 40% sul prezzo di copertina) vengono comprati (e letti) più libri.

    Ma attenzione! Un popolo troppo colto è controproducente per chi sta ai “piani alti”. Ed ecco che arriva questa legge.

    L’unico modo per non sentirne gli enormi effetti negativi si chiama “ebook” ma in questo senso in Italia ci si deve dare una svegliata.
    Tralasciando il fatto che leggere un ebook non è e non sarà mai come leggere un libro vero e proprio.

    1. Lib sono totalmente d’accordo con te su tutta la linea!

  3. I piccoli editori e librai si illudono che questa legge possa salvarli dalla bancarotta, ma non farà altro che rendere i grandi gruppi ancora più ricchi e potenti: adesso che sono “obbligati” a offrire sconti minori, vedranno aumentare il margine di guadagno su ogni copia venduta. Il tutto mentre noi lettori assidui saremo costretti a comprare meno libri o a spendere di più.

    I tempi cambiano, e nessuna leggina può fermare il progresso (o regresso, a seconda dei punti di vista). Ho scritto qualcosa a questo proposito anche sul mio blog.

    ps. Sarà un caso che questa legge entra in vigore a Settembre, proprio quando c’è il boom di vendite dei libri scolastici?

  4. Anch’io sono d’accordo con Lib, questa legge e’ del tutto ridicola e penalizza proprio chi ha pochi soldi in tasca ma ama spenderli per la cultura. Personalmente amo le piccole librerie, ma come dice giustamente escapist, questa legge non li salvera’ dalla bancarotta proprio perche’ offrono generi di “nicchia” che non fanno guadagnare.

    Ho vissuto in Nord Europa per anni e li’ trovavo libri con copertina rigida e usciti da pochissimo anche e 7-8 Euro in diverse librerie, perche’ hanno normative completamente diverse sulle rese e sui margini di guadagno.

    Noi come al solito siamo indietro anni luce ma tentiamo di darci un finto tono con quell’orrore chiamato E-book che non mi vedra’ mai tra i suoi estimatori, preferirei smettere di leggere con sommo rammarico che convertirmi all’e-book.

  5. Cara Anna, visto che siamo in tema, potresti approfondire quello che hai detto? Magari ci sai dare dettagli sulla struttura utilizzata dove hai vissuto? Perché, anche alla luce dei vostri commenti, temo che questa legge sia solo il classico “argine” da costruire per cercere di salvare il salvabile in una situazione difficilissima… forse capire le scelte di altri paesi potrebbe aiutarci a vedere una strada migliore…

    Quello che non capisco, in realtà, è perché questo protezionismo non venga fatto a ritroso. Invece di mettere dei limiti agli sconti, e quindi alla libera concorrenza, perché non creare, piuttosto, una tassazione differente (magari legata al giro d’affari), che agevoli il piccolo punto vendita a discapito del grande centro, riportando così una sorta di equità nel sistema?

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