Tremonti come Robin Hood: Togliamo ai petrolieri per dare ai consumatori

di Redazione 4

“Stiamo studiando anche a livello nazionale” la possibilità di effettuare un prelievo straordinario sulle società che producono e distribuiscono prodotti petroliferi. Questo il pensiero del ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
“La nostra proposta – ha spiegato Tremonti – è quella di tassare un po’ di più i petrolieri per dare un po’ di più a chi ha bisogno, appunto di burro, pane e pasta che sono le vere emergenze del momento”. “L’Italia può e deve farlo da sola”, ministro molto vago sui tempi anche se però ha tenuto a precisare che sarà una proposta attuata in breve tempo.“

È un’ipotesi che stiamo studiando”. “Si tratterà – ha poi aggiunto Tremonti – di una tassazione generalizzata che non avrà effetti distorsivi sulla concorrenza. Un’imposta etica che io sono convinto sia una cosa giusta. E per questo la faremo”. Previsto l’affiancamento con il Dpef: “È un’ipotesi che stiamo studiando”. “Si tratterà – ha poi aggiunto Tremonti – di una tassazione generalizzata che non avrà effetti distorsivi sulla concorrenza. Un’imposta etica che io sono convinto sia una cosa giusta.


“E per questo la faremo”. L Unione Petrolieri tramite il suo presidente, De Vita, ha già dichiarato:“È una indicazione che si sta approfondendo in Europa e vediamo cosa verrà fuori. Non possiamo pilotare una discussione che si sta facendo a livello di ministri in Europa”. “A Tremonti dico che va bene – ha detto il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni – questa è la strada ma bisogna intervenire anche sulle tasse, operando anche un ribasso dell’Iva e delle accise”.

Il pensiero di Bonanni della Cisl che aggiunge: “Tremonti fa bene a chiedere un obolo in più ai petrolieri, però bisogna intervenire anche a monte sui meccanismi internazionali e lavorare ad un governo globale di questi processi diversamente avremo un pannicello caldo sulla ferita che però resterebbe tale. Petrolio e flussi finanziari sono due punti decisivi dell’economia mondiale e dei nostri Paesi e le grandi potenze economiche del mondo devono mettersi d’accordo per darsi un regola, in una sorta di Kyoto dell’economia e del commercio, perché senza saremo sottoposti a speculazioni sempre più potenti ed a un indebolimento della nostra economia”.

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