Non più risparmi: lo stipendio non basta

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 I tempi sono cambiati, non è più come una volta che con il proprio stipendio si riusciva a mettere da parte un gruzzoletto per gli imprevisti e i periodi di “magra”. I dati del rapporto sul risparmio realizzato da Bnl (gruppo Bnp Paribas) e Centro Einaudi scatta una fotografia della situazione italiana dopo la crisi. Passa da 89 a 70 la percentuale di intervistati che ha espresso un giudizio positivo, di sufficienza o piu’ che sufficienza del proprio reddito. Solo il 3,8% (dal 12,8% dello scorso anno) ritiene di avere un reddito corrente “piu’ che sufficiente”, mentre sale a 29,8% (da 11,1) la quota di chi ritiene di avere un reddito “insufficiente” o “del tutto insufficiente”.

Piu’ in dettaglio, il 3,8% degli intervistati (12,8% nel 2007) giudica il reddito corrente “piu’ che sufficiente”, il 40,5% (49,9%) lo giudica “sufficiente“, il 25,8% (26%) lo giudica “appena sufficiente“, il 26,4% (8,2%) lo ritiene “insufficiente“, il 3,4% (2,9%) lo valuta “del tutto insufficiente“.

Possiamo notare quindi la significativa crescita di chi ritiene il proprio reddito insufficiente e quindi per tali soggetti risulta impossibile risparmiare una parte di reddito.

Al rapporto di Bnl si aggiunge il bollettino statistico di Bankitalia ”La ricchezza delle famiglie 2007”. Nel 2007 l’ammontare complessivo della ricchezza netta delle famiglie italiane, cioè la somma di attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.) meno i debiti (mutui, prestiti personali, ecc.), risulta pari a circa 8.512 miliardi di euro. La ricchezza netta complessiva, a prezzi correnti, è cresciuta tra il 2006 e il 2007 di circa il 3,9 per cento (circa 317 miliardi di euro), un valore sicuramente inferiore al tasso medio di crescita annuale del periodo 1995-2006 (circa il 6,2 per cento).

Le informazioni sulla distribuzione della ricchezza – prosegue nel rapporto Bankitalia – desunte dall’indagine sui bilanci delle famiglie italiane, indicano che nel 2006 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva meno del 10% della ricchezza totale, mentre il 10% piu’ ricco deteneva quasi la meta’ della ricchezza complessiva.

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