La crisi del mattone? Si può battere anche con Housers

di Gianni Puglisi Commenta

È possibile tornare ad investire nel mattone anche dopo un periodo di crisi come quello che abbiamo vissuto? È proprio per rispondere a questa domanda che è stato lanciato in Italia Housers, una piattaforma di crowdfunding immobiliare real estate che ha già avuto un clamoroso successo. Un modello di risparmio alternativo, che si basa sul metodo della partecipazione sociale che permette di ottenere dei rendimenti davvero molto interessanti.

Housers è un progetto che è stato attivato in Italia dai primi giorni di giugno ed effettivamente sta già riscontrando un ritorno piuttosto positivo. E non si tratta esclusivamente dei quattro immobili che sono stati selezionati dalla piattaforma (finanziamento completato per i primi tre, mentre per il quarto è ancora in corso) a Milano, ma anche di un coinvolgimento degli utenti che ha superato probabilmente ogni aspettativa. Questi quattro immobili hanno suscitato l’attenzione e la curiosità di ben più di 1000 utenti provenienti da oltre 90 diverse nazioni, mettendo insieme la bellezza di oltre 1 milione di euro.

Il processo di internazionalizzazione di Housers è partito dall’Italia, meta notoriamente difficile negli ultimi anni per chi vuole investire nel mattone e che, tra l’altro, è ancora molto distante anche rispetto al fenomeno del crowdfunding, sia in campo immobiliare che non. Un aspetto che non ha mancato di sottolineare anche Alessandro Lerro, Presidente AIEC, che ha messo in evidenza come la fase di maturazione dei modelli di crowd-economy ha permesso anche di differenziare e orientare gli interessi degli investitori, che possono scegliere di rischiare anche un quantitativo di denaro molto basso.

Come evidenziato da Giancarlo Giudici, Direttore dell’Osservatorio Crowdfunding del Politecnico di Milano, un altro degli esponenti di spicco presenti all’evento di presentazione di Housers Italia, il settore del real estate rappresenta ormai una realtà ben affermata in tutta Europa, ma invece sul territorio italiano non ha conosciuto ancora una notevole diffusione. Il crowdfunding può essere invece proprio quello che serve al patrimonio immobiliare in Italia per ammodernarsi e per offrire finalmente agli investitori una possibilità che fino ad ora non si è mai concretizzata, ovvero quella di poter differenziare il rischio.

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