Fondo pensione: cosa significa e come funziona

di Gianni Puglisi Commenta


Il fondo pensione è una forma di previdenza privata che ha come scopo quello di integrare la pensione pubblica. I fondi pensione possono essere istituiti su base collettiva e individuale, attraverso il conferimento del solo TFR oppure con il versamento aggiuntivo del contributo del lavoratore e del datore di lavoro.

Attraverso i contributi versati, ed i risultati dei rendimenti, gli aderenti creano un capitale che verrà trasformato in rendita e corrisposto al momento del pensionamento.

Considerate le attuali difficoltà del sistema pensionistico pubblico, costruirsi una pensione complementare oggi è di fondamentale importanza.

Vediamo dunque come funziona un fondo pensione.

Fondi pensione: varie tipologie

I fondi pensione possono essere chiusi o aperti.

Quelli “chiusi o negoziali” vengono istituiti in modo collettivo, tramite contrattazione collettiva nazionale oppure aziendale e riguardano la categoria di riferimento (CCNL applicato).

Esistono anche fondi territoriali che vengono istituiti dai rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori in una zona determinata. I fondi chiusi hanno il beneficio di essere alimentati, oltre che al conferimento del TFR, anche con il contributo del datore di lavoro, che si aggiunge a quello del lavoratore.

Quelli “aperti” sono fondi istituiti dalle banche, società di intermediazione immobiliare e di gestione del risparmio, che raccolgono adesioni tanto su base individuale quanto su base collettiva.

Un’altra cosa invece sono i PIP – Piani Individuali Pensionistici – ovvero forme pensionistiche complementari, che vengono istituite dalle Compagnie assicurative e raccolgono solo adesioni individuali.

Fondo pensione: come funziona

Un Fondo pensione complementare viene alimentato con i contributi degli aderenti e funziona con la capitalizzazione. Ciò fa sì che ogni aderente abbia un conto individuale nel quale confluisce la contribuzione personale, quella del datore di lavoro ed il TFR. A questi si aggiungono i rendimenti, che sono frutto dell’andamento degli investimenti del comparto scelto.

Esistono diverse linee d’investimento in base alla propensione al rischio.

La scelta del piano di investimento, dipende non solo dalla propensione personale al rischio, ma anche dall’età dell’aderente. Più si avvicina il momento del pensionamento, più risulta conveniente non esporre il capitale a un rischio alto, mantenendosi in un comparto più prudente.

In base alla propensione al rischio, si possono scegliere diverse linee di investimento (garantite, obbligazionarie, bilanciate e azionarie) che sono caratterizzate da differenti combinazioni rischio-rendimento e da uno specifico orizzonte temporale.

Fondo pensione: contributo del datore di lavoro

Il fondo pensione viene alimentato dal lavoratore, dal TFR e dal datore di lavoro.

Il contributo del datore di lavoro è una percentuale sulla retribuzione mensile del lavoratore, di norma fissato dalla contrattazione collettiva nazionale, territoriale oppure aziendale. Il datore di lavoro versa i contributi non solo nel caso di adesione del dipendente a un fondo pensionistico chiuso ma anche in caso di adesione collettiva ad un fondo aperto.

Il lavoratore dipendente ha la possibilità di conferire il proprio TFR oppure di lasciarlo in azienda. La scelta deve essere fatta entro il sesto mese dalla data di assunzione: nel caso in cui il dipendente non operi una decisione, il TFR verrà destinato in base a un meccanismo di tacito assenso al fondo di riferimento. Il lavoratore che abbia scelto di lasciare il TFR in azienda può, tuttavia, in ogni momento decidere di aderire a un fondo pensione con il TFR maturando ed eventualmente i propri contributi e quelli del datore di lavoro.

Fondo pensione: cosa succede al momento del pensionamento

Quando l’aderente raggiunge i requisiti per il pensionamento, può richiedere al Fondo l’attivazione delle prestazioni previste. Queste possono consistere nell’erogazione di una rendita oppure nell’erogazione del capitale, in parte o per intero, in base alle regole previste dalla normativa vigente.

È infatti possibile ricevere il capitale per intero solo a determinate condizioni, ovvero se dalla conversione del 70% della posizione individuale si ottiene una rendita annua di importo inferiore al 50% dell’assegno sociale.

Diversamente l’aderente potrà richiedere il 50% sotto forma di capitale e il restante 50% come rendita vitalizia.

La prestazione in rendita consente di avere un assegno aggiuntivo alla pensione pubblica.

A seconda della tipologia di rendita scelta è possibile, in caso di decesso, inoltre avere anche la reversibilità.

Se le somme accantonate presso il Fondo pensione si rendono necessarie prima del pensionamento, è possibile usufruire di varie tipologie di anticipazioni, che permettono di ricevere importi parziali. Vediamo come funziona.

Fondo pensione: le anticipazioni

Se durante il periodo di accumulo l’aderente ha bisogno delle somme accantonate, esiste la possibilità di richiedere una anticipazione. Questo è possibile in casi specifici, per gravi motivi di salute, acquisto o ristrutturazione prima casa e ulteriori esigenze dell’aderente.

Per motivi di salute e per l’acquisto della prima casa, è possibile richiedere un’anticipazione per massimo il 75% di quanto accumulato. L’anticipazione per motivi di salute deve essere corredata da idonea documentazione e può essere richiesta in ogni momento, mentre l’anticipazione per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa è possibile solo dopo almeno 8 anni di iscrizione al Fondo.

Infine, la legge prevede la possibilità di ottenere il 30% di quanto accumulato senza dover fornire motivazioni a giustificazione della richiesta, a patto che siano passati almeno 8 anni di iscrizione al Fondo.

Fondo pensione: la RITA – Rendita Integrativa Temporanea Anticipata

La RITA rappresenta la nuova ed unica forma di prestazione anticipata di previdenza complementare. La normativa prevede che, in caso di cessazione del rapporto di lavoro con 20 anni di contributi accumulati presso il regime obbligatorio di appartenenza, tale prestazione possa essere erogata con un anticipo di 5 anni rispetto alla maturazione dell’età anagrafica prevista per la pensione di vecchiaia. E’ possibile, altresì, per il soggetto che risulta inoccupato da più di 24 mesi di accedere alla medesima prestazione con un anticipo di dieci anni rispetto al requisito anagrafico previsto per il pensionamento di vecchiaia.

La RITA consiste nell’erogazione frazionata del montante accumulato richiesto e può riguardare la totalità della posizione accumulata o una sua parte.

La RITA gode di una fiscalità agevolata in quanto sull’importo imponibile è applicata la tassazione del 15%, che si riduce dello 0,30% per ogni anno eccedente il quindicesimo anno di partecipazione a forme pensionistiche complementari con un limite massimo di riduzione di 6 punti percentuali.

Fondo pensione: i vantaggi

I più evidenti sono quelli fiscali. Chi decide di aderire a un Fondo pensione, ha la possibilità di dedurre i contributi versati alle forme di previdenza complementare entro il tetto massimo annuo di 5.164,57 euro. Inoltre, sono previsti vantaggi fiscali sulla tassazione dei rendimenti: 12,5% sui rendimenti da titoli di Stato e 20% su quelli da azioni e obbligazioni.

Il vantaggio più importante si vede al momento del pensionamento, quando l’assegno pensionistico INPS o pubblico viene integrato da una rendita vitalizia accumulata nel corso degli anni.

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