Energia elettrica, bollette troppo care anche dopo la liberalizzazione del mercato

di Redazione 1

Dopo la liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica in molti avevano cominciato a sperare di risparmiare sulla bolletta della luce senza grandi sacrifici ma semplicemente passando a un altro gestore in grado di offrire tariffe concorrenziali. Purtroppo però tutto questo, a differenza di quanto accaduto per telefonini e assicurazioni, è rimasto un sogno; a confermarlo è un’inchiesta giornalistica condotta di recente da La repubblica.Anzi, secondo il Garante per la concorrenza a risparmiare (il venti per cento più o meno) è stato proprio chi non ha cambiato gestore ed è rimasto fedele al vecchio colosso dei bei tempi andati del monopolio. Tradotto in altri termini, le famiglie, i libero professionisti e le piccole e medie imprese sono libere di cambiare gestore ma le loro bollette resteranno comunque superiori a quelle della media degli altri Paesi europei a meno di non consumare più di 2500 Kwora.

Ma per quale motivo accade questo? La rsiposta è proprio nella bolletta. Se andate a guardare solo il 43 per cento del conto che ci viene presentato ogni bimestre è relativo al costo dell’energia elettrica e quindi ai nostri consumi effettivi, mentre per il resto i costi maggiori sono quelli sostenuti per l’iva, per i servizi di gestione della rete e per i cosiddetti oneri generali di sistema, che poi altro non sono se non “incentivi” per lo più destinati alla promozione delle rinnovabili, alla dismissione delle centrali nucleari, ai grandi consumatori di energia ecc.

Solo su una metà della bollette quindi i concorrenti possono offrire un reale, consistente risparmio ai consumatori, mentre il resto è rappresentato per lo più da costi fissi.

Photo credit ThinkStock

 

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