Codacons contro i commercianti per la difesa dei consumatori

di Redazione 4

Si moltiplicano le iniziative popolari promosse dalle associazioni per la tutela dei consumatori: dopo avervi dato notizia dell’iniziativa popolare promossa da Adiconsum contro Telecom vi annunciamo che anche il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e dei consumatori) ha intenzione di avviare una class action contro Confcommercio e Confesercenti per chiedere da un lato un maxi-risarcimento in favore dei cittadini danneggiati dall’aumento ingiustificato dei prezzi al dettaglio, e dall’altro la liberalizzazione dei saldi (alla quale le medesime associazioni di categoria si oppongono) che permetta ai commerciati di praticare sconti e promozioni in qualunque periodo dell’anno. Esperienza, quest’ultima, già avviata con grande successo in Francia.

I consumatori italiani infatti hanno visto aumentare mediamente le loro uscite di ben 7600 euro in soli sette anni (dal 2001 al 2007) alle quali andranno ad aggiungersi altre 1300 euro entro la fine di quest’anno a causa dell’aumento dell’inflazione. Ma c’è di più, tutte le associazioni di consumatori ritengono che questo dato sia sottostimato: il quadro, già allarmante, fornito dall’Istat sarebbe quindi ancor più grave. A questo punto nessuno di noi può restare ancora a guardare.


Un’azione popolare quindi, quella annunciata dal Codacons, che più che come vera e propria richiesta di risarcimento si profila come protesta dei cittadini contro il caro-vita che minaccia di diventare una vera e propria emergenza nazionale. Sono già tantissime le famiglie in difficoltà e il quadro si fa sempre più allarmante, soprattutto perchè gli inarrestabili rincari riguardano sempre più di frequente di generi di prima necessità come gli alimenti (vergognoso l’aumento dei prezzi di pane e pasta) e i carburanti. Una buona parte di responsabilità comunque, afferma Carlo Rienzi, presidente del Codacons, è da ascrivere ai governi che si sono succeduti negli scorsi anni che non hanno fatto nulla per salvare gli italiani dalla morsa del caro-prezzi.

Commenti (4)

  1. I commercianti hanno approfittato enormemente dall’andamento delle cose, dopo la catastrofe dell’entrata in vigore dell’euro si sono abituati ad aumentare i prezzi costantemente e, guarda caso, si sono trovati tutti d’accordo nel farlo (alla faccia del libero mercato) però è evidente che essi agiscono così perché possono farlo, la responsabilità è tutta della politica infame. I politici vogliono aumentare il PIL per poter fare più debiti di stato (è calcolato in percentuale sul PIL) e con questi debiti finanziare lavori pubblici inutili e deleteri ma soprattutto a prezzi gonfiati e pilotati verso le imprese e le cooperative accondiscendenti che sono ormai l’unica fonte di bustarelle per i politici, sia nazionali che locali (almeno per quelli che non hanno imprese proprie con le quali spillare direttamente).
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    Solo che aumentare il PIL significa più spese per i cittadini, più lavoro, guadagnare meno (in proporzione) e spendere tutto ma proprio tutto fino all’ultimo euro.
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    Il Prodotto Interno Lordo è stato rinominato così dai politici, per dargli l’apparenza di un valore positivo: “prodotto” ma l’economista americano che ha inventato questo parametro lo ha chiamato Costo Interno Lordo che rende meglio il senso della cosa: “costo” è una spesa.
    Il PIL è la somma di tutti i soldi che gli italiano spendono, indipendentemente da cosa ottengono in cambio. Una truffa fa aumentare il PIL, la delinquenza organizzata aumenta il PIL, i tassi usurai fanno aumentare il PIL, il caro vita fa aumentare il PIL, l’aumento del prezzo del petrolio fa aumentare il PIL.
    Sono questi fattori positivi o negativi?
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    Mi aspetto che il mese prossimo il Codacons faccia causa agli emirati per l’aumento terrorista del costo del petrolio, Se non lo fanno vuol dire che sono burattini pure loro del Codacons.

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